Fonti del Ballo in Sardegna

Il ballo in Sardegna è riconosciuto come una delle espressioni più importanti e ricche di significato della tradizione popolare.
Da sempre esso riveste grande importanza al punto che, anticamente, non era considerato esclusivamente un momento di espressione ludica e divertimento, ma ricopriva un’importante funzione sociale di aggregazione.
Era attraverso il ballo che si scandivano momenti di vita della comunità:

  • si festeggiavano le nascite, i matrimoni, il Santo Patrono
  • si ballava alla fine della messa, dopo un buon raccolto o una fruttuosa annata

Numerosi erano i motivi per organizzarlo.

Il ballo ha un’origine plurisecolare, testimoniata da importanti ritrovamenti archeologici; tra queste ricordiamo:

  1. l’effige della colonnina di Tharros
  2. il basso rilievo scolpito nell’architrave della chiesa di San Pietro di Zuri, nella quale si individua una scena del caratteristico ballo paesano
  3. le formelle in terracotta, presenti nella chiesa di San Bachisio a Bolotona del XVI secolo, dove sono rappresentate due scene di ballo sardo.

Le danze popolari in Sardegna si distinguono principalmente in “balli rituali”e “danze di corteggiamento”:

  • Il ballo rituale si caratterizza per l’austerità delle esecuzioni corali e la figura coreografica prevalente del cerchio
  • Le danze di corteggiamento, importate in età relativamente recente, si distinguono per le esecuzioni in coppia che liberano dai vincoli delle figure rituali coreografiche.

Attualmente in molte comunità della Sardegna la partecipazione spontanea è presente soprattutto in occasione delle feste popolari durante le quali donne e uomini si stringono nel caratteristico ballo tondo considerato il ballo tradizionale della Sardegna.
Grazie alla presenza dei gruppi folcloristici questa tradizione si perpetua, anche se per esigenza di spettacolo, si è dovuto ricorrere a innovazioni coreografiche e a eccessive presenze musicali.