Grazie alle testimonianze raccolte dagli anziani del paese è stato possibile risalire al vecchio aspetto delle abitazioni utesi che, nel corso degli anni, hanno subito delle modifiche soprattutto a causa delle frequenti alluvioni.
La maggior parte delle case, fatte di fango e paglia (lardini), erano piccole e ospitavano un’unica e numerosa (circa dieci componenti) famiglia:
- una stanza per le donne
- una per gli uomini quando era possibile (diversamente dormivano in cucina su delle stuoie)
- una grande cucina con spesso il camino al centro.
All’esterno, invece, si trovavano:
- il bagno chiamato “muntronaxiu” consisteva in un piccolo spazio in un angolo del cortile riparato con delle canne
- il letamaio, in cui si gettavano gli escrementi e tutti i rifiuti domestici
- il forno
- il pozzo.
Le stanze erano disposte in fila e le finestre erano orientate ad est verso il sole. Tutte le case avevano un cortile con un unico ingresso, solitamente costituito da un cancello in legno detto “ecca”. Nelle abitazioni in cui il cortile era ampio si trovava “sa domu de palla” (il fienile) dove solitamente si riponeva il foraggio,era poi, generalmente, uno spazio riservato agli animali da cortile (galline, oche, conigli, anatre ecc),c’era un’altra stanza dove stava il cavallo oppure uno spazio per i buoi. Sa lolla, cioè il porticato, era presente solo nelle case delle famiglie più ricche. Le strade del paese non erano asfaltate, erano sconnesse e pietrose e la cunetta si trovava al centro. Durante l’inverno si trasformavano in pantani fangosi nel cui centro scorreva l’acqua. Si trovavano gli abbeveratoi per i cavalli (mezzi di trasporto tipici del periodo), i quali, durante le brevi soste del padrone, venivano legati a degli anelli che si trovavano nelle pareti delle case che davano sulla strada. La prima strada asfaltata risale al 1953.