Monte Arcosu

Monte Arcosu (948 m.), situato nella parte nord-orientale del Sulcis, era un’immensa riserva di caccia privata, estesa oltre tremila ettari e comprendente, oltre alla montagna, il groviglio di vallate che la cingevano a sud e ad oriente; caratterizzata dalla presenza di rupi, forre, ruscelli, radure, conche ingarbugliate di macchia e bosco e abitata dal cervo sardo.

Quando, nel 1984, le riserve di caccia furono abolite, i proprietari decisero di vendere l’intera area: si rischiò in quella occasione di perdere uno dei più grandi gioielli della Sardegna. Fortunatamente, il WWF intraprese da subito un’esaltante campagna di sensibilizzazione e a seguito di numerosi incontri, discussioni, un’altalena di entusiasmi e incertezze ma soprattutto grazie alla capacità di azzardo, arrivò ad una irripetibile raccolta fondi che gli consentì di centrare l’obiettivo: acquistare l’area di Monte Arcosu.

Dal 1985 l’oasi era dunque di proprietà del WWF e nel 1987 fu dichiarata Riserva Naturale e ancor’oggi rappresenta l’unico esempio compiuto di parco in Sardegna; nel 1995 furono acquistati anche i 600 ettari del Monte Lattias (1086 m.), dirimpetto a Monte Arcosu, con i proventi di una campagna foreste. Oggi Monte Arcosu è una delle più prestigiose e simboliche riserve naturali del WWF.

L’intero complesso è stato dichiarato Oasi di Protezione della Fauna dalla Regione Sardegna ed è sottoposto a vincolo paesistico ed ideologico; inoltre è segnato come zona di protezione dalla direttiva CEE 79/409 ed è compreso all’interno del perimetro del costituendo Parco Regionale del Sulcis.

Il Paesaggio

L’intero comprensorio è costituito dai massicci del Monte Arcosu e del Monte Lattias, dalle vallate di Guttureddu e Sa Canna e da una piccola parte di quella di Gutturu Mannu. In generale il paesaggio appare molto aspro e tormentato, dominano le formazioni granitiche e metamorfiche che danno luogo a caratteristiche morfologie e a strutture geologiche spesso uniche. Si susseguono valli strette e molte incassate, pareti rocciose e creste come quelle del Monte Lattias, di Su Scaloni e di Sa Perrimas.

Il reticolo ideografico è assai sviluppato ma il regime e la portata di tutti i corsi d’acqua è decisamente di tipo torrentizio; i principali rii nascono dal Monte Lattias e dal Monte Arcosu, ricordiamo quello di Guttureddu ed il suo principale affluente il Rio Sa Canna. Relativamente alle sorgenti, la più suggestiva è senza dubbio quella di Su Suergiu, l’acqua sgorga da uno splendido tronco di ginepro abilmente lavorato. Importanti sono anche quelle di Su Tragu e Sa Canna.

La vegetazione della riserva è tipicamente mediterranea; dominano i boschi di leccio, di sughera e le macchie, in particolare quella ad erica e corbezzolo, spiccano anche vetusti esemplari di ginepro e carrubo. Il sottobosco è l’ambiente ideale per numerose specie fungine, di cui alcune molto rare ed esclusive, e per i licheni, di cui sono state determinate finora ben 219 specie.

È possibile ammirare il viburno, felci come l’asplenio maggiore, il polipodio meridionale, l’asplenio tricomane e splendide fioriture di ciclamini; e ancora, nelle radure e ai margini dei boschi si incontrano sovente lianose, popolamenti di digitale rossa specie officinali come il camedrio maro; nelle zone prossime ai torrenti tendono a dominare le macchie ad oleandro, le boscaglie a salice rosso e i boschi riparati di ontano. 

Per quanto riguarda l’area faunistica osservabile, l’esemplare più presente della riserva è senza dubbio il cervo sardo; segue una forte presenza di cinghiali, nonché alcuni esemplari di daino, di volpe e donnola. Nelle radure si incontrano la pernice sarda ed il coniglio selvatico. Più difficile risulta scorgere animali schivi e dalle abitudini notturne quali il gatto selvatico sardo, la martora o il quercino. Estremamente qualificata è la presenza di rapaci, che annovera la poiana, il gheppio, il falco pellegrino, lo sparviero, la sgargiante e rumorosa ghiandaia, il tordo e la varietà sarda dell’astore.

Nei dirupi del Monte Arcosu nidifica l’aquila reale. Tra i rettili sono presenti la natrix maura e la rara natrix cettii, il biacco maggiore, la lucertola campestre e la lucertola sarda. Tra gli anfibi invece, si possono ammirare il discoglosso sardo il geotritone e la raganella sarda sempre abilmente mimetizzata sulle foglie di qualche pianta. Tra le farfalle meritano di essere menzionate il macaone sardo, la farfalla del corbezzolo, la sfinge dell’euforbia e la temutissima processionaria, divoratrice insaziabile delle foglie del leccio e della sughera.

Come arrivare

In macchina da Cagliari, da cui si imbocca la statale 195 per Pula. Da qui, dopo circa 9 chilometri si svolta a destra, in direzione della zona industriale di Macchiareddu da dove si imbocca la “seconda strada a ovest”, fino alla chiesa campestre di Santa Lucia. Proseguendo per Santadi si trova subito una strada sterrata, bene indicata dai cartelli, che porta all’ingresso della riserva. La foresta si trova all’interno dell’oasi, dopo 10 chilometri di strada bianca perfettamente percorribile.

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Monte Arcosu

Monte Arcosu

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Guttu sa canna

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ciclamino

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lacci

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cervo

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DAINO

DAINO

cervo sardo

cervo sardo

cervo sardo

cervo sardo

cervo sardo

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cervi

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cinghiali

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gatto selvatico

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Riserva wwf

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