La chiesa parrocchiale si trova lungo la via principale del paese, nel bel mezzo del centro abitato; è di una architettura regolare e bella, di conveniente capacità; costruita sotto l’invocazione della vergine e martire sarda Santa Giusta. In stile gotico-aragonese (o gotico-catalano) dovrebbe risalire agli inizi del XV secolo, la sua costruzione fu iniziata intorno al 1400, quando il paese ritornò a far parte del Regno di Sardegna sotto il dominio dei Carroz, infatti, lo stemma di questo nobile casato spagnolo è scolpito nell’arco del presbiterio e una data è scolpita nella cappella sinistra di fronte all’altare maggiore.
Descrizione dell’esterno
La chiesa di Santa Giusta ha una pianta a croce latina; è divisa in tre navate ed è provvista di un campanile a vela collocato sopra il timpano e a questo ne è stato aggiunto, nel 1954 grazie all’opera dell’allora parroco Don Raimondo Fresia e dell’intera popolazione, uno a torre, nel lato destro della chiesa, nel quale è collocato un orologio. Dall’atto di una riunione del Consiglio Comunale, datato 7 Novembre 1842, risulta una delibera riguardo l’edificazione del nuovo campanile che doveva sostituire il vecchio in quanto troppo basso e inappropriato ad estendere il suono delle campane a tutta la popolazione. Il nuovo campanile venne realizzato con le pietre delle rovine della vecchia chiesa di San Cromazio. Il portone è sormontato da un arco a sesto acuto, così come acuti sono anche gli archi delle due monofore che si trovano nella facciata in corrispondenza delle navate laterali (una per nave).
Descrizione dell’interno
L’interno, come la facciata, è in stile gotico-aragonese, la navata centrale è separata da quelle laterali da archi a sesto acuto che si ripetono sia lateralmente che all’interno della navata stessa. Le navate laterali hanno quattro cappelle per parte, nel lato destro abbiamo San Isidoro, Santa Teresina, il Sacro Cuore e San Giuseppe, mentre nel lato sinistro si trovano le cappelle di San Antonio, dell’Assunta, dell’Immacolata e del Rosario. Originalmente, però, le cappelle erano solo tre, due a sinistra e una sola a destra; fu Don Raimondo Fresia che dopo l’alluvione del 1929, insieme ai lavori di riparazione della chiesa fece costruire le altre cappelle.
Dopo i restauri del 2002, sono visibili le pietre originarie utilizzate per la costruzione dei pilastri e degli archi, che precedentemente erano intonacate. L’altare maggiore, risalente al 1813, è interamente realizzato in marmi policromi d’ispirazione barocca. La copertura delle navate è realizzata in legno e quella del presbiterio è invece in muratura.