L’abito maschile è composto da:
- Sa berrìta (berretto a sacco) rappresentava il copricapo sardo per antonomasia già in uso dal primo Ottocento in tutta l’isola;ha una forma tronco-conica che può variare in lunghezza, dai 50 ai 100 centimetri, ed è realizzata in orbace di lana o panno, prevalentemente nero, e si arrotola su se stessa per darla una forma tipo capello sulla quale viene indossato su muccadòri.
- Su muccadóri (il fazzoletto) di vari colori accessorio della berrìta, sulla quale si poteva portare piegato a triangolo avvolto attorno al capo. ed erano presenti soprattutto nel Cagliaritano ed nell’Iglesiente.
- Cappello nero a falde larghe copricapo in uso nei primi dell’800 come descrive Goffredo Casalis, nel suo “Dizionario Storico e Statistico del Regno di Sardegna nel 1838” l’abito tradizionale del paese di Uta.
- Sa camìsa (la camicia) in tela bianca con petto, collo e polsini ricamati.
- Su corpéttu (il gilet) di color azzurro carico è indossato sopra la camicia e sotto la gianchetta.
- Sa gianchètta (la giacchetta) di taglio spagnolo in orbace o panno nero con risvolte nel “colletto” in velluto nero e nelle maniche in velluto azzurro carico.
- Su serenìccu (il cappotto) con cappuccio ed è usato nella stagione invernale; è più lungo rispetto alla gianchetta , sempre in orbace o in panno nero con lavorazioni sartoriali di “passamanerie e velluto”. Era considerato un capo d’abbigliamento lussuoso
- Is crazzònis de arròda (gonnellino) è in orbace o in panno nero.
- Is crazzònis (i calzoni) assomigliano a dei mutandoni, son in tela bianca e rappresentano l’indispensabile complemento dei calzoni a gonnellino.
- Su cintu (la cintura) è un cinturone di pelle variamente decorato.
Le cinture in generale rappresentavano per eccellenza l’accessorio dell’abbigliamento maschile; La lunghezza di esse variava a seconda della taglia del proprietario; la larghezza varia dai 10 ai 12 cm. - Is crazzas (le ghette) sono delle grandi ghette ben sagomate, per seguire la linea della caviglia e del polpaccio, in panno o orbace nero, che si infilano come le calze e che arrivano sino al ginocchio; la parte superiore è fermata da nastri azzurro carico o vari colori.
- Dai primi del 900 si abbandonano Is crazzònis de arròda e mutandoni, e si utilizza il pantalone lungo in panno nero con rivolta di velluto nero nella parte bassa e fascia di rigatino in sostituzione del cinto di cuoio.